Anche questa estate è capitato di spiegare, sotto l’ombrellone, in che cosa consista il lavoro di consulente di marketing per gli studi legali e perché si facciano ancora siti per avvocati.
Non è infatti chiaro a tutti perché uno studio legale dovrebbe sentire il bisogno di un consulente strategico per la propria attività o di avere un sito internet curare la comunicazione sul web o, ancora, di monitorare la propria web reputation.
Il professionista del passato non esiste più, ma non tutti, nel presente, hanno le idee chiare sul nuovo modello da adottare.
Alcuni significativi cambiamenti hanno avuto un impatto notevole sul modo di lavorare e rapportarsi con la clientela, tra questi:
Questi modi di lavorare e comunicare si riflettono sulle esigenze informative dei clienti e incidono sulle loro aspettative, rispetto allo studio legale con il quale hanno a che fare.
Anche se alle prese con lo stesso sistema normativo e con problemi legali classici, i clienti si aspettano che i servizi dell’avvocato vengano erogati diversamente, che le informazioni li raggiungano informalmente sul proprio telefonino, di trovare risposte alle loro domande con una semplice consultazione su internet o un messaggino vocale. Questo non vale solo per il cliente privato, ma anche per quello professionale.
A questa domanda nuova, gli avvocati non devono dare una risposta vecchia.
Perché il sito dello studio, che tutto sommato è già parte della tradizione può essere, ed è, una risposta nuova?
Il sito è un contenitore molto adattabile ed è molto cambiato, nella forma, funzionalità e contenuti, rispetto al passato.
Oggi il sito dello studio legale funziona principalmente come presidio dell’immagine dello studio su internet. Risponde infatti ad alcune fondamentali esigenze:
Internet, grazie ai suoi meccanismi di aggregazione dei contenuti, gestiti da algoritmi e intelligenza artificiale, costruisce una immagine di chiunque a cui è molto difficile sfuggire, se non se ne conoscono le regole.
Google non dimentica e adotta gerarchie di presentazione dei risultati delle ricerche che non sempre rispettano la realtà delle cose o la reputazione delle persone.
I risultati che restituisce a volte includono informazioni non utili, nelle quali i piani professionale, personale e pubblico sono confusi e sovrapposti.
Le risposte utili, è esperienza di tutti, spesso sono difficili da trovare.
Dal punto di vista dell’avvocato, non gestire le informazioni che Google presenta a fronte di una ricerca, corrisponde a lasciare al caso la propria reputazione sul web.
La scelta dei contenuti da pubblicare, la gerarchia con la quale sono proposti, la cura con cui sono aggiornati, sono azioni che hanno il potere di determinare il posizionamento dello studio, se non sul mercato, quantomeno sul suo specchio nel web.
Il sito dell’avvocato, correttamente utilizzato e aggiornato, con i giusti collegamenti alle propaggini social (pagina e profili LinkedIn, ad esempio), permette allo studio di essere trovato da chi ne ha bisogno e percepito nella giusta relazione rispetto ai professionisti potenziali concorrenti.
Dalla grafica alla funzionalità alla cura per l’aggiornamento, tramite il sito si può scegliere in quale posizione del mercato collocare lo studio, valorizzare l’esperienza, migliorare la visibilità, indirizzare i contatti da parte di clienti obiettivo cioè le persone che hanno bisogno dello studio, possono pagare i suoi servizi e appartengono alla categoria dei clienti ideali per tipologia.
Oltre ai contenuti statici del sito (le pagine descrittive della esperienza e dell’attività e i profili dei professionisti), i motori di ricerca premiano (e quindi restituiscono come risultati nelle ricerche per parole chiave), i siti per avvocati che hanno sezioni continuamente aggiornate.
Il modo migliore per alimentare queste parti del sito è quello di pubblicare articoli di approfondimento, di commento e di scenario sul blog dello studio, quella sezione titolata news o pubblicazioni oapprofondimenti o diario, che dir si voglia.
Scrivere per internet e gestire un blog equivale a curare le relazioni virtuali.
Numerosi meccanismi di relazione pubblica richiedono cura e attenzione per gli incontri, le nuove conoscenze, la creazione di occasioni di nascita di nuovi rapporti personali che possono costituire volano per la professione.
Nessuno di questi sforzi però ha pienamente senso, nel mondo di oggi, se non grazie ad un côte che vi corrisponda su internet.
Il blog, come contenitore di argomenti di conversazione e approfondimento, che altrimenti sarebbero da utilizzare nelle relazioni, ne rafforza, conferma e in un certo senso valida la percezione che lo studio goda della reputazione giusta.
Un nuovo amico professionale, oltre a ricevere il nostro biglietto da visita, vorrà trovare informazioni sullo studio, avere notizie e magari ricevere inviti personali a eventi che gli interessano. Questo sarà possibile grazie alla cura della immagine e della reputazione sul web e all’attenzione costante per la comunicazione che si rivolge alla propria audience.
A queste esigenze si deve dare una risposta professionale.
I sitoi per avvocati devono essere pensati per avere facilità di utilizzo e freschezza dell’aspetto, ma anche semplicità di linguaggio e ottimizzazione per i motori di ricerca. Il sito deve essere collegato e continuamente “portato” sulle piattaforme social per restare in cima alla classifica dei risultati di Google e, per riuscire in questo intento bisogna scrivere e aggiornare i suoi contenuti in modo da perseguire gli obiettivi di visibilità dello studio.
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