Il tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale è caldo, anzi caldissimo. Ce ne siamo già occupati (per la verità ce ne occupiamo da anni), ma il fenomeno sta assumendo un ruolo sempre più centrale e vale la pena tornare a parlarne.
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Non c’è ragione perché il marketing legale resti estraneo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tutt’altro, lo strumento sta assumendo un ruolo sempre più centrale, in particolare nella generazione di testi per i blog degli studi legali, per la creazione e personalizzazione di newsletter e in generale per la ricerca e analisi di dati di marketing.
Tra le varie applicazioni dell’AI, quella generativa si sta rivelando un prezioso strumento per ottimizzare il tempo dedicato alla realizzazione delle strategie di comunicazione e marketing.
È importante maneggiare il glossario minimo per intendersi su cosa l’AI possa fare per noi e sul come utilizzarla correttamente.
I tre termini importanti, almeno per avviare questo rapporto con la macchina (perché di questo si tratta: di un rapporto che può potenzialmente crescere e cambiare entrambi i partecipanti), sono:
È quel ramo dei sistemi di Intelligenza artificiale che può creare testi originali, immagini o video, a partire da dati forniti dall’utente. Lo studio legale può utilizzarla per redigere articoli informativi per il proprio sito, post sui social media o persino generare risposte dirette ai clienti a domande ripetitive e poste di frequente.
Questo strumento taglia i tempi e consente di produrre contenuti rilevanti molto velocemente ma va sempre supportato da una attività di rifinitura che la umanizzi e la renda veramente originale. Banalmente gli articoli e i post devono veicolare non solo dati e informazioni ma soprattutto opinioni. L’AI generativa si basa su quello che trova sul web, è in grado di apprendere e lo fa molto bene, ma non è un avvocato e soprattutto non è quell’avvocato.
Una query è una richiesta di informazioni che viene inviata al sistema di intelligenza artificiale per ottenere risposte specifiche o analisi da un archivio (data base). Lo studio legale dovrà dunque utilizzare le query per interagire con uno dei diversi strumenti di intelligenza artificiale e riuscire a raccogliere dati sui clienti, analizzare tendenze di mercato o identificare argomenti di interesse per il pubblico, fino a scrivere le bozze per gli articoli o per gli atti.
I prompt sono istruzioni o domande formulate per guidare l’AI generativa nella creazione di contenuti, un buon prompt è essenziale per ottenere risultati pertinenti. L’avvocato può utilizzare prompt formulati come: «Crea un articolo sui diritti dei lavoratori in caso di licenziamento ingiustificato» e ottenere un draft che lo potrà guidare nella stesura di un articolo.
Il Token è l’unità di misura utilizzata nell’elaborazione del linguaggio naturale, da parte dei sistemi (o modelli) di Intelligenza artificiale, in particolare nei modelli generativi.
Può essere rappresentato da una parola, un carattere o un simbolo e corrisponde alla capacità di elaborazione utilizzato dal sistema. Per interagire correttamente con l’AI è utile sapere che lavora elaborando Token (tra i neologismi di questo settore sentiremo tokenizzare), e il numero di token che può elaborare è finito, quindi costituisce il suo limite.
La lunghezza di un prompt o di un testo generato può essere misurata in token e gli utenti possono migliorare le loro interazioni con l’AI formulando prompt chiari e concisi per ottenere risposte più efficaci e mirate, certamente più utili.
La cosa più interessante da sapere è che i sistemi di Intelligenza artificiale sono fatti per apprendere e che l’addestramento passa per le interazioni che gli umani hanno con loro. Questo non è poco, davvero.
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